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Creative Academy: Docu&Reportage

Quarto appuntamento del progetto Rosmini Creative Academy, a cura di Piero Bozzo – CEO e Creative Director per molte aziende e multinazionali.

Si è trattato di documentari e reportage con Prospero Bozzo, fondatore di Frame Makers, agenzia con più di 30 anni di esperienza nel settore Filming e Production. Nella sua carriera ha filmato in più di 50 paesi in 5 continenti, dando il suo entusiastico contributo creativo alla realizzazione di documentari, features, reportages, filmati istituzionali e progetti televisivi. Membro di EDN (European Documentary Network), FFC (FilmMakers For Conservation), DOC/IT (Associazione Documentaristi Italiani), GTC (Guild of Television Cameramen), è Giornalista Professionista dal 1992. Collabora con testate di livello internazionale come BBC, National Geographic, per fare solo un paio di esempi.

L’ambito di cui si è trattato è chiaramente più delicato rispetto ai seminar che si sono svolti in precedenza, poiché documentari e reportage affrontano e raccontano (nella maggior parte dei casi, oltre alla natura, gli animali, e l’ambiente) tematiche sociali, conflitti, povertà, emarginazione, ecc… e richiedono di viaggiare, entrando a contatto con culture e contesti molti differenti, che richiedono anche un adeguato spirito di adattamento.

E Prospero ha posto l’attenzione proprio sul ruolo dell’operatore video che va a realizzare in paesi “altri” documentari e reportage. La dimensione personale, della relazione e del rispetto sono infatti fondamentali. Bisogna essere come dei “turisti consapevoli” che dimostrano curiosità verso l’altro ma anche un profondo rispetto. Per fare questo mestiere, oltre alle competenze tecniche e alla strumentazione, ci vuole empatia, onestà ed etica. Bisogna fare delle scelte: fino a che punto sono disposto a spingermi pur di realizzare il mio prodotto? Ci sono dei limiti? Di fronte alla miseria e alla fragilità delle persone come di devo porre? Quanto sono privilegiato? Prospero ci spiega che bisogna sempre porre un limite, dettato dal rispetto dell’altro, dalla consapevolezza del proprio ruolo, dal codice di comportamento che si è scelto di seguire. C’è una linea che non va mai oltrepassata e una riflessione continua sul proprio sè.

Sono tante le domande che un professionista in questo campo deve porsi poiché come abbiamo detto l’ambito è molto delicato: si raccontano le vite e le storie delle persone, che spesso si trovano in situazioni estremamente difficili, dove il confine che separa la sopravvivenza dal perire è labile. Per questo motivo ci vuole l’etica, la deontologia del rispetto che sono il discriminante del professionista di qualità. E questo discorso vale anche per il rapporto tra professionisti. In situazioni di crisi e di rischio personale bisogna sempre tenere presente che non si è soli: cameramen, giornalista, regista, ecc… devono agire e prendere delle scelte condivise per non mettere a rischio l’incolumità del gruppo di lavoro.

Dopo la parte più espositiva e le domande fatte dai ragazzi, si arriva al mettersi al lavoro. Il professionista ha proposto loro (la consueta attività “pratica” prevista in ogni seminar) di scrivere la sinossi, ovvero un’esposizione sintetica e schematica, di un progetto in cui l’occhiale (che ricordiamo essere il fil rouge dell’intero percorso progettuale) fosse un elemento centrale. Alcuni suggerimenti dati da Prospero: inventare la storia noir dove l’occhiale svela chi è l’assassino; indossare degli occhiali che ci portano in dimensioni temporali diverse della storia; far diventare l’occhiale il mezzo attraverso cui si hanno sguardi diversi sulla storia, per fare alcuni esempi. In sintesi compito degli studenti è quello di inventare una storia, ambientarla nel tempo e nello spazio, individuare in quali canali (tv, web, cinema) sarà pubblicata, con quali mezzi sarà realizzata, quali saranno (se ci saranno) dei personaggi, ecc… I ragazzi dovranno cioè cimentarsi nella vera e propria progettazione professionale di un lavoro: Docu&Reportage.